Mese: Dicembre 2016
Cosa resta del Natale
La buccia spessa e rugosa di un mandarino appena mangiato, un calice di vino e un vaso pieno di sfogliatine e amaretti, mentre fuori il sole lascia intendere che del calendario sai poi cosa gliene importa, perché, una volta passato il Natale, non è peccato saltare direttamente alla Pasqua successiva. Oggi è il day after: è passato anche santo Stefano che è un po' il fratellino del Natale, ora che il primo valzer di tavole imbandite e auguri è stato ballato, lo si archivia nel cassetto dei ricordi e si passa a quello successivo, il meno poetico e più indiavolato rock del capodanno. La frenesia dei
Il piccolo ninja di Natale
Ieri pensavo davvero di avercela fatta, invece no, sono stata battuta ancora una volta, ma almeno posso dire di aver lottato fino all'ultimo. Sì, perché mio figlio, un piccolo gnomo di 15 mesi, è davvero un osso duro e la lotta che si consuma ogni giorno fra me e lui a chi stressa di più l'altro è davvero impari:mai una volta che riesca io a spuntarla. Ieri come stavo dicendo ho giocato la carta "spesa di Natale all'Esselunga parte seconda" e così siamo partiti nel primo pomeriggio, subito dopo il riposino. Infilato nel carrello, Francesco si è giocato il suo
Il treno di Giona
Giona è un bambino che all'età di sette anni chiese di non crescere mai e di poter aiutare le persone tristi ad essere felici. I suoi desideri furono esauditi: gli fu concesso di restare sempre bambino e gli fu dato un treno che legge i desideri e viaggia solo una volta l'anno, la notte del 24 dicembre, e ti porta dovunque tu desideri andare. Una volta lo chiamò un uomo triste; il treno di Giona arrivò silenzioso e puntuale e aprì le sue porte davanti alla sua casa, l'uomo vi salì per raggiungere la moglie morta poco tempo prima. Lui scese di corsa appena la vide
Ghiaccio e pastafrolla
L'ultima domenica che precede il Natale: sveglia prima del solito, perché la pasta frolla preparata il giorno prima mi aspetta fredda e silenziosa sul ripiano più alto del frigorifero. La finestra della cucina si spalanca e una frustata ghiacciata non lascia più alcun dubbio su un inverno che quest'anno la buona educazione di aspettare il suo solstizio l'ha persa per strada, entrando a gamba tesa sull'ultimo scampolo d'autunno rimasto. Eppure non mi sento triste, perché il panorama è da fiaba di Andersen e guardando con attenzione fra distese di erba bianca e candidi fili di ragnatele trasformati in preziosi merletti sulle ringhiere del
Ne è valsa la pena ?
Oggi il sole proprio non ce la fa a venire fuori, forse non ne ha nemmeno voglia, preferendo rimanere lì, a farsi ammirare, piccola perla nell'opalescenza del cielo padano di metà dicembre. E ora sono qui, nel silenzio della mia cucina, rotto solo dalle note di un concerto di Natale datato 2007, un cd che custodisco gelosamente, soprattutto dalle piccole e assassine manine di mio figlio. Un attimo di relax tutto mio, mi basta poco: una rivista, un the caldo con tanto limone e un po' di dolcezza e oggi tiro le somme di quel plum cake sfornato a mezzanotte, ne sarà
Il dolce di mezzanotte
Cenerentola perdeva a quell'ora la sua preziosa scarpetta di cristallo, scendendo a perdifiato la lunga scalinata per raggiungere la sua carrozza che sarebbe tornata zucca, mentre lei al dodicesimo rintocco avrebbe visto il suo bel vestito sparire per tornarsene mestamente a casa vestita di stracci. Io invece no, in pigiama, in compagnia del mio fedele tablet, mentre il mio sospirato dolce lievita lentamente, coccolato dal caldo soffio del forno: niente fretta, niente scarpetta da perdere, al limite una ciabatta incastrata sotto il letto, che ormai sono diventata abilissima a ritrovare anche al buio. Quindi un dolce a mezzanotte potrebbe essere il
Un aperitivo per Natale
Ci siamo, pronti per organizzare, carta e penna alla mano e poi mi sorge un dubbio: ma l'aperitivo lo faccio o non lo faccio il giorno di Natale? Ad essere onesti bisogna ammettere che il concetto di aperitivo è molto cambiato da una decina d'anni a questa parte e se prima veniva relegato ad una pausa veloce al banco del bar con un bicchiere e qualche patatina messa lì chissà da quanto, oggi si è molto nobilitato, meritando uno spazio tutto suo con il sorridente appellativo di happy hour per poi addirittura entrare a gamba tesa nello spazio serale, conquistarselo e creare
Eugenio il seme
Eugenio era il figlio di una bella zucca dalla buccia verde, spessa e bitorzoluta, di quelle che una volta mature non c'è che l'imbarazzo della scelta, perché la sua polpa gustosa è adatta a tutto ciò che con una zucca si può cucinare. Il contadino che l'aveva piantata lo sapeva bene e per questo la riempiva di attenzioni, innaffiandola giorno dopo giorno, aspettando con ansia il momento in cui, alla fine dell'estate, l'avrebbe recisa dal fogliame che la ancorava saldamente al terreno, per poi farla maturare ancora un poco sotto il porticato di casa, finché ai primi freddi di ottobre avrebbe potuto