Il piccolo astice e l’incauta cuoca

Il piccolo astice e l’incauta cuoca

Il piccolo astice e l’incauta cuoca



Tutta colpa di quella rivista e della sua aragosta tagliata a metà che occhieggiava in copertina, proprio nella settimana fra Natale e Capodanno. Senza pensarci un attimo era già nel mio carrello, poi nella borsa della spesa, stretta fra la bottiglia del latte e gli omogeneizzati di Francesco, fino a a casa, quando la sventagliai sotto il naso di mio marito che, con mio grande stupore, asserì che il crostaceo in fotografia aveva davvero una bella faccia. Tutto faceva sperare che il destino fosse dalla mia parte, e ce l'avrei anche fatta a cucinare quell'aragosta Thermidor, ma non avevo considerato il valore intrinseco della coppia panna/paprika sul labile immaginario del mio consorte, e così, con un doppio 6-0, la mia proposta fu definitivamente accantonata. 

"Potremmo cercare un'altra ricetta, con tutte le riviste che abbiamo non è un problema ! " ho risolto serafica.  Così ci siamo ritrovati io e Gabriele davanti a due tazze di cioccolata fumante e fette di pandoro nei piatti per risolvere l'annosa questione ma, di tutte le ricette vagliate, nessuna era riuscita a convincere entrambi. Non mi andava di gettare la spugna, anche se sapevo di essere appesa al palato molto scettico di mio marito, e alla fine ha deciso lui: aragosta con pinzimonio di verdure. Non era allettante come quella della copertina, ma sempre aragosta era, e sulla tavola di Capodanno avrebbe comunque fatto la sua scena.

Alla fine poi l'aragosta che avevo intravisto super scontata nel banco surgelati, si è rivelata una confezione di grossi gamberi argentini, segno evidente che la miopia non mi abbandona nemmeno con le lenti a contatto. Che fare a quel punto? Come non afferrare al volo, proprio lì sotto, quell'astice americano, precotto, surgelato e messo in tubo di plastica, che prometteva faville?

Sarebbe stato astice, magari in un super loabster-sandwich, di quelli dei truck food degli States, che tanto mi mettono l'acquolina in bocca! 

Tre -dico solo 3!😉- minuti di cottura, dalla busta alla tavola, con tanto burro fuso per me e dadini di sedano e carote per Gabriele!

Il grosso astice è finito con tutto il suo involucro nella grande pentola bollente, ma ne è uscito un piccolo cucciolo, che mi si è spezzato il cuore mentre il batticarne fracassava le sue tenere chele per estrarne la preziosa carne. Oh, giovane tenero crostaceo, strappato alle materne braccia marine prima del tempo! La tua unica colpa? Essere finito fra i fornelli di una cuoca incauta, che fatto stracuocere le tue ingenue membra e ti ha portato in tavola su un misero tagliere, ben sapendo che gli stomaci dei commensali erano già arrivati fra tartine e bollicine..

Oh giovane amico, il tuo sacrificio non sarà vano, e la cuoca imprudente che tu hai conosciuto, la prossima volta non si farà più incantare da un 'ammicante aragosta in copertina..

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