La più bella della classe

La più bella della classe

Era l'anno dei mondiali,  quelli di USA '94, e nella 2 B liceo classico si respirava ormai aria di vacanza, io sapevo che stavolta non l'avrei scampata sia col greco che con la matematica,  ma tanto ci ero abituata all'estate con lo spauracchio degli esami e poi in fondo sarei stata in buona compagnia e  forte di quel mal comune mezzo gaudio, mi avvicinavo garrula e spensierata alla fine della scuola. Si sa che ogni classe risponde a dei precisi cliché e anche i maschi della 2B non potevano esimersi dal conferire l'ambita fascia della più bella della classe. Le cose però furono fatte in grande con riconoscimenti minori, perché il talento quando c'è va sempre premiato ! Ricordo che non ho avuto rivali nell'aggiudicarmi la palma della più simpatica, miss carattere d'oro '94 e la motivazione, lettami da Gianluca detto Squinzi (ora è un avvocato) recitava più o meno così:" Sai, abbiamo votato per te, perché tu sei un po' come noi, nel senso che non vieni a scuola per studiare, ma solo per far casino !"  La cosa, inutile dirlo, ha subito fatto schizzare alle stelle la mia autostima, perché una fascia è pur sempre una fascia e può dare veramente un futuro ad una fin qui mediocre carriera scolastica. Nemmeno il tempo di godermi il mio momento di gloria che scettro e corona sono ormai cosa di Valentina: capelli corvini,  occhi verde smeraldo che brillano su un viso pulito dai lineamenti eleganti e una pelle d'alabastro. Sì,  la guardo e penso che stavolta i maschi ci hanno preso,  è davvero lei la più bella e poi è anche simpatica, per fortuna però la prima della classe è un'altra, altrimenti mi suicido! 

Lo stesso viso pulito l'ho rincontrato tre mesi fa, dopo vent'anni, alla presentazione del mio libro e penso che di occhi così cristallini e senza ombra di malizia non ne ho visti molti in vita mia. Lei mi racconta che ora vive e lavora a Melbourne,  fa la biologa, e torna a casa due volte l'anno e non ha voluto perdere l'occasione di salutarmi. Devo dire che mi sono sentita onorata del tempo che mi ha dedicato, visto che abita dall'altra parte del mondo e meno male che avevo fatto le tortine salate ai porri, perché scopro che lei è vegana e quindi si rifiuta di mangiare anche solo una microscopica acciuga. Ora, siccome non avevo mai visto un vegano così da vicino e dal momento che non capisco che tipo di consapevolezza di sé possa avere un'acciuga, rimango alquanto perplessa, ma la cosa poi finisce lì. Così pensavo, finché qualche settimana fa mi arriva un bel tutorial sui fantastici e poliedrici utilizzi in cucina dell'acqua dei ceci: meringhe, biscotti e torte si materializzano come per magia davanti ai miei occhi. Valentina mi ha lanciato il guanto di sfida e io, dopo un'attenta riflessione e un panino al salame, decido di tuffarmi nell'universo vegano per sondarne  la filosofia e le nubi delle mie perplessità, invece di diradarsi  si sono infittite  sempre di più.  In sintesi un vegano non mangia nulla che derivi dall'ambiente animale, compresi uova e latticini, quindi cosa resta, mi sono domandata? L'acqua dei ceci di sicuro. Siccome però le sfide mi piacciono ho voluto comunque guardare oltre i miei pregiudizi e ho comprato un cartone di latte di soia e mandorla, l'ho versato in un bicchiere e il primo pensiero dopo il primo sorso è stato: Dio benedica le mucche ! A parte gli scherzi devo ammettere che la situazione non è facile per chi sviluppa intolleranze o allergie e la dieta vegana in questo può essere davvero una manna dal cielo. Quindi ecco  a voi la mia prima ricetta volutamente vegana, dedicata a Valentina,  che anche dopo ventidue anni da quel lontano '94 è rimasta sempre la più bella della classe!   

 

Latte cotto vegano

Ingredienti per due persone 

250 ml di latte di soia e mandorla 

2cucchiai di zucchero semolato

1 foglio di gelatina (circa 5 gr)

20 gr di cioccolato fondente 

Arachidi per guarnire

  • Metti la gelatina in ammollo in una ciotola con acqua fredda per almeno 10 minuti. 
  • Scalda il latte in un pentolino con un cucchiaio di zucchero e spegni appena arriva a bollore. Togli dal fuoco e aggiungi anche l'altro cucchiaio di zucchero. Unisci la gelatina strizzata e mescola fino a che non si scioglie. Metti il composto in due ciotoline e fai riposare in frigo per almeno quattro ore. 
  • Prima di servire sciogli il cioccolato a bagnomaria e fallo colare sul latte cotto e concludi con le arachidi. 20160902_133411

 

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