Senza sale

Senza sale

Senza sale

20160711_211404Ieri finalmente siamo partiti, esattamente alle 15.30, ci siamo lasciati alle spalle l'insopportabile canicola che attanaglia da più di una settimana la pianura padana e dopo nemmeno un paio di ore eravamo già arrivati a destinazione. La nostra Micra del '96 , carica all'inverosimile,  si è comportata egregiamente, inerpicandosi per la strada provinciale 299 come fosse un vecchio stambecco ringalluzzito dopo il disgelo, fino a Riva val Dobbia, a pochi km da Alagna, perla della Valsesia. Un grazioso appartamento in un caratteristico resort a metà fra il tipico stile Walser e il più nuovo concetto scandinavo-Ikea sarà la nostra tana per una settimana di relax. Inutile dire che avevo programmato questa fuga dalla realtà nei minimi dettagli, non curante dell'avvoltoio che, guardando le scorte alimentari preparate oculatamente da buona mamma lungimirante, bofonchiava:"Ma no, ma compriamo tutto là! ". Risulta quindi evidente che mio marito non distingue tempi, luoghi e abitudini che differenziano la routine di una città di 16 mila abitanti alle porte di Milano da un paese di 417 anime  ( Wikipedia ) incastonato alle pendici del Monte Rosa: niente supermecati ( per fortuna! ), solo tante botteghe come una volta che alle 19 chiudono le serrande e arrivederci a domani. Quindi con una fresca pioggia insistente a battere sulle finestre per il resto del pomeriggio, optiamo per una pizza da gustare comodamente a casa,  tanto Francesco si è addormentato e per lui la cena è già pronta,  solo da scaldare all'ultimo.  Il procacciatore di cibo esce dunque da casa alla volta della pizzeria che ci hanno consigliato,  che sfortunatamente oggi ha chiuso alle 16: non gli resta che addentrarsi allora per le vie di Alagna in cerca di una soluzione e se anche di ristoranti/pizzerie ne incontri più di uno, ne trae che la pizza da asporto non è  consentita. E qui mi si permetta di sottolineare come poi quelle complicate siamo noi donne! Comunque il nostro non si dà per vinto e, pur di portare a casa la pagnotta, si infila a forza in un alimentari che era praticamente chiuso (19.03 ora locale) per uscirne con una fettina di toma semistagionata e una bottiglia di Chianti annata 2011. Quando lo vedo tornare il magro bottino e ascolto le sue improbabili motivazioni non oso infierire, ché tanto ha già le orecchie più basse di quelle di un cocker e capisco che è il momento di agire: la pasta l'ho portata, l'olio extravergine pure e allora propongo penne in bianco alla toma . Ah, che meraviglia,  mi sento come quegli chef che si vedono nei reality o nei talent a cucinare nei posti più impensabili: cucina lillipuziana e piastre elettriche sono il mio campo di azione e allora all'opera! L'acqua bolle in men che non si dica e io cerco il sale prima di buttare la pasta…non ce n'è nemmeno un granellino da nessuna parte e io mi sono dimenticata di portarlo, azz..! Come prima cena della vacanza poteva andare meglio, ma anche peggio, comunque la pancia l'abbiamo riempita e a  onor del vero bisogna dire che la mancanza del sale non si è fatta sentire come pensavo e la frutta ha chiuso degnamente il nostro desinare, soprattutto per qualcuno che la considera inutile,  ma si che la fame cambia qualsiasi prospettiva e anche il sale, perché non averlo nella pasta fa un piatto sciapo, ma non avercelo in zucca..eh eh, chi ha orecchi… 20160711_194652

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