Un mondo da fiaba

Un mondo da fiaba

Un mondo da fiaba

Leggevo tante fiabe da piccola, avevo tanti libri, che sono ancora ben conservati nella mia vecchia stanza, ho addirittura un'intera collezione di storie a fascicoli  con relative audiocassette che Francesco aveva già ereditato prima ancora di essere concepito. Ho divorato fiabe anche se non sapevo ancora leggere, guardando le immagini del libro di lettura di mia sorella a cui chiedevo sempre di rileggermi quella del ghiottone affamato che addentava  una succulenta coscia di pollo. Poi finalmente ho iniziato la scuola e non ho più dovuto dipendere da nessuno per saziare la mia fame da fiaba e così mi immergevo nel mio passatempo preferito, divorando una pagina dopo l'altra: dai fratelli Grimm fino ad Esopo con testo greco a fronte, non mi sono mai tirata indietro. Penso di aver toccato il cielo con un dito, quando in prima media durante le ore di italiano si è trattato di scriverne di mie, studiando e rispettando le regole di una buona fiaba e stando ben attenta che, se ci mettevo animali parlanti, poteva diventare una favola e allora sarebbe stata tutta un'altra storia..

Tante ne ho lette, qualcuna la leggo e la scrivo ancora, ma se dovessi dire quali ricordo nel momento preciso in cui il libro era aperto davanti a me, beh..di tutte solo una! Sì, solo una : avrò avuto sette, al massimo otto anni e mi trovavo nella mia stanza, quel pesante libro aperto proprio sotto la finestra, con i gomiti piantati sulla moquette marrone e la faccia nei palmi delle mani. Era una fiaba lunga, ma c'erano anche tante figure che mi affascinavano ,  perché non portavano il classico tratto e colore usato per parlare ai bambini, erano diverse, quasi più adulte. Ci volle un bel po', ma una volta arrivata in fondo..No, non poteva finire così, mi dicevo girando in continuazione le pagine, perché di sicuro il finale era da qualche parte e io dovevo trovarlo.. Una storia non finisce così, questa non ha senso, non si scrive una storia per bambini se non finisce bene! 

Ero davvero arrabbiata o meglio delusa: La Sirenetta di Andersen, nella versione originale, è stata la mia prima fiaba senza  il " vissero tutti felici e contenti. ", scardinava completamente quell'aura di perfezione in cui avevo circoscritto le fiabe ed il mio mondo.

Con il passare del tempo però ho capito che la sirenetta si trovava in buona compagnia (se così si può dire) della piccola fiammiferaia, morta di freddo in mezzo all'indifferenza dei passanti e alla prima Cappuccetto rosso, che Perrault fa tragicamente finire nella pancia del lupo, senza nessun cacciatore che si profilasse all'orizzonte. Collodi invece si decide a far risuscitare Pinocchio solo dopo le proteste dei numerosi bambini che non potevano accettare che la storia del burattino monello potesse finire appesa al ramo della quercia grande.

Tutto questo per dire che in mezzo a tante favole che hanno un lieto fine, forse quelle che più fanno crescere sono proprio le più incomprensibili ed ingiuste per un bambino.Farò comunque in modo di leggerle a mio figlio, spiegandogli che il finale perfetto non deve per forza essere così perfetto: del resto la Bella si innamora della Bestia prima che lui diventi un principe, e poi il brutto anatroccolo perde tutta la sua dolcezza una volta diventato cigno. Sì,  insomma, o troppo o niente: a queste fiabe o favole che dir si voglia manca del tutto  il senso della misura e della razionalità! 

Chiudere i conti con loro? No, e  se mai dovesse succedere,  quello sarebbe un giorno veramente triste, perché saldare il conto alle favole vorrebbe dire chiudere per sempre il cassetto dei sogni e senza sogni non si può vivere..

Crostata del brutto anatroccolo

Ingredienti 

250 gr farina 00

20 gr cacao amaro 

150 gr di burro 

150 gr di zucchero semolato 

2 tuorli 

Scorza di limone

1 pizzico di sale 

220 gr di marmellata ai lamponi

 

  • Mescola in una ciotola la farina, il cacao, lo zucchero, la scorza di limone e il sale. Fai una fontana e metti al centro il burro e le uova. Lavora con le mani fino ad ottenere un composto bricioloso, poi trasferisci su una spianatoia e impasta fino ad ottenere una palla. Avvolgi l'impasto in una pellicola e  fallo riposare in frigo per almeno 30 min.
  • Scegli la tortiera: la dose è per una torta da 24 cm o per 2 da 18 cm. Imburra e infarina lo stampo scelto e rivestine il fondo con carta forno.
  • Accendi il forno a 180 gradi statico, stendi l'impasto con un matterello: cerca di non usare farina, ma aiutati con una spatola per staccare la pastafrolla dalla spianatoia. Una volta stesa la pasta, mettila nella tortiera, pareggia il bordo e bucherella il fondo con una forchetta. Stendi la marmellata e decora con la pastafrolla avanzata.
  • Cuoci per circa 30 min, sforna e fai raffreddare. 

 

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