Cosa resta del Natale

Cosa resta del Natale

Cosa resta del Natale

La buccia spessa e rugosa di un mandarino appena mangiato, un calice di vino e un vaso pieno di sfogliatine e amaretti, mentre fuori il sole lascia intendere che del calendario sai poi cosa gliene importa, perché, una volta passato il Natale, non è peccato saltare direttamente alla Pasqua successiva. Oggi è il day after: è passato anche santo Stefano che è un po' il fratellino del Natale, ora che il primo valzer di tavole imbandite e auguri è stato ballato, lo si archivia nel cassetto dei ricordi e  si passa a quello successivo, il meno poetico e più indiavolato rock del capodanno. La frenesia dei giorni scorsi non c'è più e se da un lato mi sento sollevata, dall'altro rimango con l'amaro in bocca, vorrei riuscire a fermare il tempo al 24 dicembre, alla notte in cui aprendo le finestre e inspirando forte, capiresti anche ad occhi chiusi che giorno è,  perché l'aria che tira, quella dell'attesa, è un lievito che gonfia l'anima, se non di aspettative, almeno di ricordi che ti danno davvero la sensazione che tutto sia possibile e che in fondo non vorresti stare se non nel tuo angolo di mondo da cui guardi il buio squarciato da tante luci colorate. Forse è per questo che mentre scrivo sto riguardando per l'ennesima volta A Christmas carol e penso che una visitina da parte dello spirito del Natale passato la vorrei anch'io, così,  una volta ogni tanto. Non mi dispiacerebbe affatto rivedermi alla messa di mezzanotte nel mio coro, ascoltare le note del gloria pastorale uscire dall'organo per sentirmi in pace con tutto. Poi la mattina dopo alle 7.30 fuori di casa, nel buio, ad aspettare mio zio, direzione Milano, in quella gastronomia in via Spadari, dove si era i primi ad entrare e mi brillavano gli occhi al vedere tanto ben di Dio appena uscito dalle cucine e i commessi con la camicia bianca perfettamente inamidata e il papillon. Un paio d'ore più tardi eravamo di ritorno con la nostra spesa fatta di cocktail di scampi grossi come uova, insalata di mare e paté di fegato d'oca: pezzi immancabili dell'antipasto di Natale. Di corsa su per le scale con il profumo dell'oca che aveva ormai invaso ogni angolo della casa: buon Natale mamma !

Se il tempo non si può fermare, almeno lo si potrà custodire come tesoro prezioso nel cuore, perché il Natale con la sua luce possa sempre riempire le stanze buie e vuote in cui ogni tanto capita di entrare. È questo l'augurio che vi faccio in questo tempo di festa: che possiate vivere un anno in cui ogni giorno sia vivo e pulsante come la notte di Natale, vi auguro un anno fatto di Natale! 

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