Un tuffo nell’estate

Un tuffo nell’estate

Un tuffo nell’estate

La chiamano estate, ed è solo in questa stagione che i sensi percepiscono qualcosa di diverso, una sfumatura, un profumo, magari in quell' angolo di strada che percorri tutti giorni e che si trasfigura trasportandoti  in una dimensione irreale, come sospesa nel tempo. Sarà per la città che si è svuotata o per il caldo che dopo la frescura mattutina si fa davvero intenso nelle ore centrali, ma i ritmi che si fanno più lenti portano i pomeriggi ad apparire quasi interminabili. Il profumo dell'estate è  quello di un frutto maturo che ti chiama a coglierlo, ad assaggiarlo per scoprirne i più reconditi segreti che cela oltre quella sottile scorza che si arrende al primo morso, un frutto che sa appagarti, ma che può anche stordire se non sai come dosarlo. Ma non è più il tempo delle attese , ora è il momento di raccogliere e di godere di quella libertà agognata per tutto l'anno e magari ci si accorge che.. che il frutto dell'estate nasconde sempre un retrogusto di malinconia che non ti viene risparmiato, nemmeno in mezzo a tutta questa esplosione di sensi. 

Questi pensieri mi prendono da ormai due giorni all'ora della sera, quando dal nostro balcone la luna bianca sembra uno spicchio di pesca trasparente nel cielo azzurro di mezza estate , mentre ci concediamo un momento di relax, solo noi due: uno spritz con ghiaccio e limone, visto che l'arancia non ce l'abbiamo, insieme a qualche patatina, olive e un pezzo di focaccia. Il rito dell'happy hour si consuma anche qui con un po'di musica che esce dal tablet e che ti fa viaggiare restando esattamente dove sei e questa cosa mi piace, mi fa sentire come un albero libero di stagliare nel cielo i suoi rami, ma con le radici ben piantate nel terreno che lo nutre. La colonna sonora è anni '90, quelli dei vent'anni e dei grandi sogni: Green Day, Cranberries e Luca Carboni,  perché il suo "Mare mare" mette malinconia in una stagione che vorrebbe tutt'altro,  ma i contrasti mi piacciono e allora mi concedo un bel tuffo nel passato.. Così tante estati  si rincorrono con i loro episodi che affiorano sparsi nella mente e il tempo intanto passa con i suoi successi e i suoi rimpianti. Poi un grido lancinante rompe la bolla in cui sono immersa non so da quanto tempo e si fa più prepotente, proprio qui vicino, dalla stanza a fianco a quanto pare, giusto per farti capire che non è più tempo di indugiare: il presente chiama e si rifà sotto così, a gomiti alti.  È ora della pappa, niente scherzi: ciao Carboni, ti lascio,  ci sono Masha e orso che incombono e poi tanti giochi fino allo sfinimento, perché l'album delle estati di Francesco  è ancora tutto da riempire! 

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