Alla ricerca della Sardenara perduta

Alla ricerca della Sardenara perduta

Alla ricerca della Sardenara perduta

Chiedo scusa per l’emozione, perché quando parlo di lei trema la voce e per quanto le dita battano in maniera frenetica sulla tastiera del tablet non possono pensare di acchiappare nemmeno la metà di quello che la mente sta partorendo alla velocità della luce.

Non mi ricordo il giorno in cui ci siamo incontrate, ma da allora è stata una lunga ricorsa, io come Willy Coyote, lei come Beep Beep, oppure, per essere un pochino più raffinati, il conte Andrássy con la principessa Sissi. Nessuno dei due è mai riuscito ad agguantare il propria preda, struggendosi nel desiderio, solo sognato, di averla tutta per sé. 

Noi la chiamavamo semplicemente “pizza“, e quanta indulgenza aveva il fornaio nel chiudercela in un cartoccio bianco ogni mattina, a noi tre bambini, con la mamma, già pronti per la spiaggia, chissà quante volte ci avrà commiserato,  a quei poveretti di Milano, che non sapevano quello che dicevano, che ignoravano che quella prelibatezza veniva venerata sull’intera riviera dei fiori, intorno a Sanremo, col nome di Sardenara!

Ora, la mia ricerca continua da quel giorno in cui scrutavo con minuzia gli ingredienti scritti sull’angolo della vetrina e a tutt’oggi non riesco a venirne a capo: provo e riprovo, leggo ricette, cambio farine, doso con minuzia lo scalogno e passo da una pasta d’acciughe all’altra, ma per quanto buona possa essere la mia Sardenara..non è ancora quella Sardenara.

Qualcuno che ha ancora la casa ad Ospedaletti, ad un tiro di schioppo da Sanremo, mi ha  assicurato che la panetteria è ancora lì,  sulla piccola salita che porta al parco degli eucalipti odorosi e che la Sardenara e la sua amica pallida (la focaccia, altro mio cruccio!😅) non hanno perso nulla del loro smalto anni ’80.

Dovrò tornarci prima o poi, non voglio ridurmi come monsieur Arthens  di “Estasi culinarie” a far correre i suoi poveri parenti alla ricerca di quel gusto perduto, nascosto in fondo al suo cuore, che custodiva ancora quella purezza dell’infanzia,  smarrita lungo il corso della vita. 

Nell’attesa mi accontento di questa ennesima imitazione di Sardenara, ma chi fosse a Sanremo in questi giorni di festival chiedo una piccola deviazione, nel ritornare a casa e di fermarsi lì,  al fornaio sulla salita, di comprarne un pezzo di quella meraviglia culinaria (saranno soldi spesi bene!)  e morso dopo morso capirete perché dentro ci sono gli anni felici della mia infanzia!

Buon festival a tutti!🍾🥂🍕🎼🎶

 

Sardenara 

Per 2 teglie da 30×40

300 gr di Manitoba                350 gr di farina 00

2 cucchiaini di sale                 20 gr di lievito di birra fresco

335 gr di acqua                        30 gr di olio extra vergine di oliva 

Per la farcia

1 scalogno                           2 cucchiai di olio extra vergine di oliva 

2 cucchiai di acqua           1 cucchiaio di pasta d’acciughe 

1 cucchiaio di concentrato di pomodoro       600 gr di passata di pomodoro

10 olive taggiasche denocciolate         3 acciughe sott’olio

Sale q.b             origano o maggiorana q.b

  • Miscela le farine in una ciotola  e aggiungi la metà dell’acqua, unisci il sale e ancora un pochino di acqua, ora metti il lievito e la restante acqua e forma un panetto sodo. Allargalo sul piano di lavoro e metti al centro qualche cucchiaino di olio e Impasta, continua così finché non avrai esaurito l’olio. Fai riposare l’impasto per 10 min coperto da un canovaccio.
  • Dividi in due l’impasto, stendi le due parti leggermente,  dai una piega a tre ad ogni parte e fai riposare per 30 min coperto. 
  • Bagna due fogli di cartaforno,  strizzali e stendili sopra le teglie, ungi di olio e stendi i due impasti con le mani senza andare nei bordi, fai riposare 30 min coperto.
  • A questo punto porta l’impasto fino ai bordi della teglia e fai riposare 1 ora coperto.
  • Prepara la farcia: taglia lo scalogno e fallo ammorbidire con i due cucchiai d’olio e due di acqua, unisci la pasta d’acciughe e poi la passata e il concentrato di pomodoro. Dopo 10 minuti unisci i filetti d’acciughe,  le olive e profuma con l’origano e cuoci ancora per 10 min. Spegni e fai intiepidire, poi frulla tutto e se serve aggiungi del sale.
  • Pratica sull’impatto tante piccole fossette con le dita. 
  • In un barattolo prepara la salamoia metti 100gr di acqua, 30 gr di olio extra vergine di oliva e 1 cucchiaino di sale, chiudi con il suo coperchio e agita., poi versa sulle teglie per coprire gli impasti.
  • Accendi il forno a 230 gr statico, quando arriva in temperatura, versa la farcia sugli impasti e cuoci per 15 min nel ripiano più basso.
  • Sforna e fai raffreddare, perché dà il meglio di sé ben fredda.

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