La mia scuola

La mia scuola

La mia scuola

Due codini troppo stretti, una cartella rossa e poi tanti fogli bianchi riempiti di montagne e onde del mare: questo è quello che la mia mente  conserva del mio primo giorno di scuola insieme alla maestra che guida la mia manina nei primi tratti ancora insicuri. Sono stata fortunata alle elementari: primo perché ho avuto una maestra meravigliosa di quelle che purtroppo hanno buttato via lo stampo, secondo perché ero bravissima e non ricordo di aver mai studiato. Ottimo il giudizio con cui sei anni dopo avrei varcato fiera la soglia della prima media: niente codini, uno zaino grigio e tanta paura per tutti quei professori  così tanto diversi dalla mia maestra, ma una cosa non cambia: studio poco, anche se non lo faccio apposta, ma la cosa inizia a palesarsi soprattutto in quelle materie che non mi interessano granché e così inizia a delinearsi in quegli anni un solco che sarebbe poi diventato una voragine di proporzioni imbarazzanti fra la mia persona e quelle che possono essere definite come materie scientifiche. Insomma alla fine di quei tre anni un bel distinto, che non mi prendo nemmeno la briga di andare a vedere, perché tanto ho di meglio da fare. Poi il ginnasio, un paio di occhiali da miope che mi fanno sentire fuori luogo ovunque e il dramma: non si va più da nessuna parte senza studiare, i concetti sono ben più complessi di quelli che potevo ricordare a memoria senza l'ausilio di un libro aperto e io non sono preparata ad una mole di studio di quel genere. Nel mio primo anno di scuole superiori riesco a collezionare una sfilza di quattro davvero imbarazzante, che mi porta al mese di giugno con il latino, il greco e la matematica da recuperare a settembre. E io che faccio ? Semplice, getto la spugna e mi godo l'estate:ripeto l'anno e mi ritrovo ad essere fra le migliori almeno nel primo quadrimestre ! Succede però qualcosa che mi fa dare un'inversione di marcia, soprattutto dopo un due preso nella prima versione di latino della quinta ginnasio e inizio a studiare.  L'imprevisto ha un volto, un nome, un paio d'occhiali ed è una lei che vale per due materie che al classico non sono proprio poca roba: greco e latino. Comincia un serrato confronto che alla fine vedrà tutti i miei sotterfugi capitolare sotto l'occhio vigile della prof e della sua matita rossa e blu che come una 44 Magnum non sbaglia mai un colpo, il risultato è che inizio a studiare e i miei sforzi mi valgono la promozione e ora sono pronta per affrontare il triennio che mi porterà alla maturità. Cambia quasi tutto, materie, insegnanti fra cui si distingue lui: per niente bello, a tratti insopportabile,  un pozzo di scienza a detta di molti,  ma l'insegnamento non è proprio nelle sue corde. Eppure piace a tutti in classe, me compresa, e quando arriva sul piazzale della scuola con quella Panda color carta da zucchero insieme al suo collega detto "il lucertola ", già lo sappiamo che forse nella sua ora si preferirà la frase misteriosa della ruota della fortuna di Mike ai meravigliosi endecasillabi danteschi. Ebbene, ignari delle conseguenze, l'avremmo poi tutti pagato quell'affronto al sommo poeta e per la dura legge del contrappasso,  Dante ci avrebbe atteso al varco, con un bel tema di maturità che mancava da ben 25 anni. Poi arriva lei, giovane, bella e determinata,  che insegna francese, con uno spirito che riesce a contagiare persino me, perché quando una persona ama il lavoro che fa, riesce a farti fare un salto di qualità anche al di là del semplice voto e ti consegna qualcosa che porterai sempre dentro negli anni a venire. Il fascino del sapere è una scintilla che può far breccia anche nell'oscurità della più nera ignoranza e una volta sperimentato ti seduce, ti attira a sé e non ne sei mai sazio. La mia scuola in sintesi è stata questa: un cielo che non brilla tanto per la mia presenza, quanto per quella di chi è riuscito ad insegnarmi qualcosa che sia andato oltre i libri, che mi è stato utile per la vita e che mi porto ancora oggi nel cuore. Grazie !

 

Crumble di mele20161001_114107

Ingredienti per 12 crumble  

100 gr farina 

100 gr di burro 

100 gr zucchero 

1 mela

20 gr di uvetta

3 cucchiai di acqua 

3 cucchiai di Cointreau

Un pizzico di sale 

Un pizzico di cannella

  • Fai rinvenire l'uvetta in una ciotola con l'acqua ed il Cointreau per almeno 15 minuti.
  • Accendi il forno a 190 gradi statico, prendi uno stampo da muffin da 12 pezzi e riempi con 12 pirottini di carta. 
  • In una ciotola impasta con la punta delle dita la farina, lo zucchero e il burro freddo e il sale fino ad ottenere un composto bricioloso e mettilo a riposare in frigo.
  • Taglia la mela a pezzettini,  eliminando il torsolo e spolvera  con della cannella.
  • Unisci la mela e l'uvetta strizzata al composto di farina, burro e zucchero e riempi i pirottini.
  • Cuoci in forno per circa 25 minuti, finché la superficie dei crumble non sarà ben dorata.

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